
La storia di Roberto..
Fino a qualche anno fa, vivevo dentro un’agenda.
La mia giornata era scandita da orari, meeting, traffico, mail, rumore. Tutto doveva essere veloce, efficiente, monetizzabile.
Poi, un giorno qualunque, seduto nel solito bar sotto ufficio, ho guardato fuori.
C’erano alberi. Non li avevo mai notati prima.
E ho pensato:
«Ma io… quando ho smesso di respirare davvero?»
🚪La porta che ho aperto (e non ho più chiuso)
Non è stata una fuga. Non è stata una crisi. È stata una decisione lenta, maturata nel silenzio.
Ho lasciato Milano, un lavoro sicuro, un appartamento comodo, per andare a vivere in una vecchia casa di pietra sull’Appennino toscano.
Senza garanzie. Solo con un’intuizione:
Se resto, mi perdo.
🌿 I primi giorni: il vuoto che riempie
La natura non ti accoglie con applausi.
Ti mette alla prova.
C’è freddo, silenzio, tempo vuoto.
Ma è proprio lì che ho iniziato a risentirmi presente.
- Il primo caffè fatto con calma.
- Il rumore del vento tra i rami.
- Le mani sporche di terra.
- Le prime notti senza notifiche.
Non stavo più producendo. Stavo vivendo.
🔧 Ho imparato a usare le mani
Sistemare una grondaia, piantare patate, tagliare legna, accendere un fuoco.
Azioni semplici che mi hanno insegnato più di qualsiasi master.
“Quando fai qualcosa con le mani, il cervello torna in silenzio. E il cuore parla.”
🐕 Incontri veri
Qui ho conosciuto gente che non mi chiede “che lavoro fai?”, ma “come stai oggi?”
Ho fatto amicizia con un pastore che vive senza social e sa tutto delle nuvole.
Con una signora di 86 anni che impasta il pane a memoria.
E con un cane randagio che ora dorme sulla mia porta.
📵 Disconnesso, ma non solo
Ho spento il Wi-Fi per settimane.
All’inizio, l’ansia. Poi, la libertà.
Niente più scroll compulsivi, FOMO, pubblicità che ti leggono nel pensiero.
“Quando il telefono tace, la vita ricomincia a parlare.”
🎯 Ma cosa faccio adesso?
Lavoro ancora. Ma a modo mio.
Scrivo, progetto, collaboro da remoto. Con meno pressione e più senso.
Ho tempo per leggere, camminare, cucinare, dormire bene.
Il tempo non è più una cosa che mi rincorre. È diventato alleato.
💬 Le domande che mi hanno guidato
- Di cosa ho veramente bisogno?
- Cosa mi rende pieno, non solo occupato?
- A cosa posso dire “no”, senza perdere me stesso?
✨ Conclusione: non serve andarsene, ma serve fermarsi
Non tutti possono (o vogliono) trasferirsi tra i monti. Ma tutti possiamo scegliere di vivere con più intenzione.
Anche in città, anche nel caos, possiamo spegnere il superfluo e tornare a quello che conta.
Perché la natura non è solo fuori. È anche dentro. Sta aspettando che torniamo.
E tu? Hai mai pensato di cambiare tutto per ritrovarti?
Scrivilo nei commenti. O magari, semplicemente, chiudi gli occhi e ascolta:
il silenzio, a volte, ha più da dirti di qualsiasi consiglio.